lunedì 22 luglio 2013

I hate these parts.

(thanks to the Pussycat Dolls per questo titolo)

Se c'è una cosa che di natura non mi viene spontaneo fare, bene, questa è la recitazione. Nella vita, ovviamente, teatro delle mie azioni. Dopo una dolorosa riflessione avvenuta sui libri di matematica delle vacanze estive, ho capito che il mio ruolo nel mondo è molto ben diverso da quello che in realtà sento di dover avere. Mi spiego subito. Con quasi tutti, eccetto con coloro che posso chiamare amici, devo recitare una parte. Non importa quale essa sia: devo cucirmi addosso un ruolo che, come un vestito, spesso risulta essere troppo attillato, o troppo appariscente o troppo scomodo. Io non sono una buona attrice e il grande obbiettivo di questa estate è proprio quello di non recitare e di essere me stessa.
Sono una persona che, di tutto punto, è diventata persino poco influenzabile. I always care, chiaro, ma l'influenza della gente ora è ai minimi storici. Ledono di poco quella che è la mia stabilità. Mi starò raffreddando probabilmente, sarà un meccanismo di difesa, ma la mia stabilità e la mia autostima - ora più che mai - sono quasi invalicabili. Sto diventando fredda e calcolatrice, quando il mio vero io è caldo, altruista, gentile e molto impulsivo. Non so se per effetto di queste parti, quasi sicuramente è così, ma sta accadendo e non mi riconosco quasi più. Mi alzo la mattina e ho comunque una ragione con cui sorridere, perché sto raccogliendo un frutto buonissimo e ogni mattina spero di mantenere una certa pazienza per coglierlo alla maturazione corretta. Mi guardo allo specchio e wow! Sorrido. Mi sta bene il mio sorriso addosso. Mi crea qualche rughetta sulle occhiaie, ma succede anche alla nonna ed è splendida quando lo fa.
Dopo la luce, strana e mai vista, del mio sorriso, mi focalizzo sugli occhi e tralascio tutti i difetti che posso avere in viso. Mi parlano e sprizzano quella vivacità che non può essere dominata, quell'irrequietezza interiore caratteristica, quel non accontentarsi mai, quella ricerca del giusto, del vero e del buono. Non sprizzano calcoli, "chi inculo oggi" o palle varie. Quando mi vedo allo specchio mi riconosco, cazzo, ora sono la persona che sognavo di essere! Ho sempre sognato di non farmi troppi problemi, di essere piuttosto sicura di me stessa, di essere sincera con me stessa, di vivere e cogliere tutto ciò che la vita mi offriva. Non sto più sopravvivendo, come facevo durante il periodo scolastico, ed è una cosa che adoro.
Non sto più recitando con me stessa! Non recito più alcuna parte dinnanzi ad uno specchio. Non mi mento più, rifletto sempre molto e per tutte le persone che conosco, con cui interagisco, non ho nulla da dire di cattivo. Solo cose sincere e buone. Non faccio più la parte dell'acida e della stronza, perché non mi riflette. In un clima molto salubre, mi sento di poter essere una buona persona. In un clima insalubre, come la provincia nella quale vivo, spesso tiro fuori il lato più brutto di me...che in realtà è tutto ciò che non vorrei essere. Detesto la parte brutta del mio carattere. La accetto - non posso fare altrimenti - ed è la parte che sto cercando di migliorare.
Sto cercando di essere me stessa e ora ci sto riuscendo. E sono fiera di me! And nothing else matters...

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