martedì 15 ottobre 2013

Nothing else matters.

Dire Straits, mi siete entrati dentro, ma procediamo alla stesura di questo scritto che sennò mi scappa la poetica e siamo fritti.

Se c'è una cosa che ho capito in questi giorni, è quella di essere persa. Ma soprattutto quella di essermi nuovamente e candidamente innamorata. E' una cotta diversa dalle precedenti. E' una cotta vera. E' un guardarsi negli occhi e arrossire, la prima volta, quando ci si scambia un saluto di cortesia, ma sai benissimo chi è la persona che hai davanti e che questa - un po' per caso - ti è venuta vicino proprio per salutare quell'amico in comune con cui parli sempre. E' un cominciare a parlare, guardarsi di sfuggita proprio quando l'altro è girato e speri che non ti stia vedendo, ma tu sei così bello e desiderato che è impossibile schiodarti gli occhi di dosso. E' anche essere timidi e un po' avere vergogna di parlare, per non fare brutta figura e magari dire cose che vorresti dire nella maniera giusta. E', una volta rotto il ghiaccio, parlare a coppia non curandosi di essere in molti di più. E' riguardarsi negli occhi e vedere interesse sincero. E' anche un po' un fissarsi, ma nulla di preoccupante, ci stiamo solo studiando. L'unico studio che penso di fruttare un 10 senza sforzi né sacrifici. E' sedersi,  guarda caso,  proprio lì, nella sedia vicino alla sua perché i tuoi amici ti hanno ritagliato solo 10cm2 su quel comodissimo divanetto. E' volere l'altra persona più di ogni altra cosa. E' disegnare cuori ovunque, il suo nome ovunque, esercitarsi nel corsivo delle sue iniziali, non riuscire a non resistere a Romeo and Juliet degli Dire Straits, avere il coraggio di leggere Shall I compare thee e condividere ogni parola, leggere Keats e perdersi nelle rime, guardare Shakespeare in Love e voler essere Viola, sognare ad occhi aperti non-stop, aspettare in trepidante attesa un sabato o un giorno in particolare dove forse lo si può incontrare, farsi bella perché forse ci sarà, esasperare gli amici che per il momento dell'innamoramento cercano di diventare agenti matrimoniali pur volendo tutt'altro. E' sentire Nothing Else Matters e dire sì, voglio che sia tutto questo. E' avere speranza, voglia di conoscere, provarci, provare a donare tutto l'amore che si ha in corpo. E' sentirsi vivi e pensare che non si è mai stati meglio.

E il mio ragazzo ideale, quello con cui vorrei essere dolcemente accoccolata ora sulle note di Riders of the Storm dei Doors, c'è, esiste, ha un nome e un cognome e sento ogni giorno di più che è finalmente la persona giusta.

lunedì 23 settembre 2013

Riders of the Storm

Finalmente una canzone non pop come titolo, ma nessuno meglio di Jim Morrison può farmi sentire al posto giusto grazie alle sue canzoni.

E' un periodo splendido nella mia vita in cui non c'è nulla che va storto. Da quando ho chiuso questa grossa storia (del post precedente), ne ho giovato incredibilmente tanto. Mi guardo allo specchio e sorrido. Il mio sorriso splende e - fidatevi - non è mai capitato.
Come avevo precedentemente descritto, la sua assenza è mio giovamento. Ma la sua assenza è ciò che è più presente dell'ossigeno che respiro, perché la sua assenza si fa sempre sentire. Non è in realtà qualcosa che mi fa stare realmente bene. Perchè? Perché semplicemente la realtà a cui punto è un'altra.

Sogno un ragazzo che mi prenda e mi faccia ballare lentamente a ritmo di Riders of the Storm o una qualsivoglia canzone degli Dire Straits, con le sue mani sui miei fianchi, che non abbia paura a guardarmi negli occhi e baciarmi soavemente. In una serata come le altre, magari un po' fredda e tu, inevitabilmente, sei troppo scoperta o già in pigiama. Sogno un ragazzo che sia orgoglioso di avermi accanto, che mi presenti ai suoi amici con la stessa fierezza di un inventore che scopre il tassello mancante per la sua invenzione. Sogno un ragazzo che mi prenda e mi faccia anche un po' dimenticare il mondo che c'è attorno, appena tornato frenetico a causa della scuola. Che mi porti al cinema e che mi baci per tutta la durata del film, anche se ha speso 20€ per portartici e tu volevi persino vederlo. Che faccia le pazzie alla "dammi 5 minuti e arrivo" e che arrivi sul serio. Che mi faccia sentire a casa nelle sue braccia. Che sappia aver pazienza con questo mio lato "crocerossina" e molto possessivo, ahimé sono fatta così.

Chiedo troppo, vero? Bastarmi non è ciò che di giusto c'è per me. Ho provato più volte a dirti "Martina, bastati. Non devi sempre essere con qualcuno." Non è nella mia indole rimanere single, perché ho quantità talmente grandi di amore da donare che rimanere imperturbabile di fronte all'amore, all'idea di coppia è un'utopia per me.

lunedì 16 settembre 2013

Best Thing I Never Had.

I miei sentimenti sono spesso in forte contrasto tra di loro e anche questa volta c'è una collisione non da poco.
Per un breve periodo di tempo è tornato una persona che io consideravo fondamentale, quasi un simbolo dei miei primi anni di liceo. Chi è mai costui? Null'altro che la mia prima grande cotta. Quella persona per cui ho provato sentimenti autentici e unici, che mi ha fatto chiaramente sminuire tutto il resto del genere umano per elevare lui. E' stata una persona importante soprattutto per la mia crescita personale. In seguito a numerose prese per il culo (diciamo le cose come realmente stanno), ho saputo tirare fuori il mio lato guerriero e rimanere sempre con la testa alta. Ho saputo ricadere e rialzarmi, non facendo più affidamento su nessuno. Ho sconfitto anche la solitudine e la malinconia. Un lato fondamentale però da sottolineare è che lui non è mai rimasto accanto a me, bensì "scivolava" dalle mie mani appena sapevo di poterlo prendere. Era sempre e comunque nel mio stesso km2 di terreno tutti i giorni a scuola, per cui la sua assenza è sempre stata una presenza. Una presenza-assenza. Ho saputo vivere lontano da lui, mi accontentavo che la mia e la sua classe fossero magari accomunate per una conferenza, mi rallegravo se un professore prima dell'ora nella mia classe fosse andato nella sua, mi bastava una sua foto postata da qualche compagno per ritrovare il buon umore. Vivevo e amavo tutti quegli effimeri dettagli. E non me ne lamentavo, non osando chiedere di più e rimanendo nel mio posto in quel micro-globo chiamato "scuola".
Maschilista, molto intelligiente, particolarmente sensibile ma ottimo attore. Tutto ciò che sono sicura di aver colto, per quel breve periodo di dialogo. Vorrei poter aggiungere ulteriori e positivi aggettivi, ma vivo con il triste presentimento di essere stata presa per i fondelli.
Ne ho il triste presentimento perché ahimé non sono così naive come posso sembrare e questi cenni li ho colti tutti. Li ricordo ancora, ma non fanno più male come un tempo.
Quei occhi color ghiaccio me li ricorderò per molto, con quel velo di malinconia e di tristezza con cui capisci che non è la via giusta per te e un po' ti deludi. Ti deludi perché ci hai provato sempre, fino alla fine, con una singolare ed esagerata speranza e non hai ottenuto nulla. Ti deludi perché ti continui a chiedere cosa ci sia di sbagliato in te, che si è mostrata sempre vera, senza alcun tipo di orgoglio.
La verità è che in me non c'è nulla di sbagliato. La verità è che non riuscivo semplicemente ad incassare il colpo e andare avanti. La verità è che non gli piacevo abbastanza. La verità è che (a detta di amici molto stretti) sono una persona sensibile, unica, con le palle, vera, simpatica e decisamente meritevole di meglio. La verità è che a me piaceva troppo, era come un'ossessione. La verità è che io non posso stare con una persona che le palle non le ha mai avute, a tratti insensibile e imperturbabile. La verità è che non mi merita e non il contrario. La verità è che mi piacciono le anafore, ma chissenefrega.
Fino alla fine speravo in un "Arrivederci", un po' come per dire "A dopo, ma tra un po' tanto dopo". Ora, con molta malinconia dei tre anni passati ma la lucida verità di fronte ai miei occhi (e non confondetela con la fame), sono pronta a dire "Addio". Io, quella che tutto ha incominciato.

Addio.

P.S.
 A mente fredda capisco di non aver aggiunto tutto ciò che ho fatto per questa persona. Questo non è un post finalizzato a rinfacciare quello che ho fatto per amore di questo ragazzo, dal momento che ne vado molto fiera (malgrado l'esito). Avendo amato intensamente, intense e molteplici sono state le cazzate...ma mi hanno fatto crescere molto anch'esse e le conserverò come bittersweet memories in un angolino del mio cuore.

lunedì 22 luglio 2013

I hate these parts.

(thanks to the Pussycat Dolls per questo titolo)

Se c'è una cosa che di natura non mi viene spontaneo fare, bene, questa è la recitazione. Nella vita, ovviamente, teatro delle mie azioni. Dopo una dolorosa riflessione avvenuta sui libri di matematica delle vacanze estive, ho capito che il mio ruolo nel mondo è molto ben diverso da quello che in realtà sento di dover avere. Mi spiego subito. Con quasi tutti, eccetto con coloro che posso chiamare amici, devo recitare una parte. Non importa quale essa sia: devo cucirmi addosso un ruolo che, come un vestito, spesso risulta essere troppo attillato, o troppo appariscente o troppo scomodo. Io non sono una buona attrice e il grande obbiettivo di questa estate è proprio quello di non recitare e di essere me stessa.
Sono una persona che, di tutto punto, è diventata persino poco influenzabile. I always care, chiaro, ma l'influenza della gente ora è ai minimi storici. Ledono di poco quella che è la mia stabilità. Mi starò raffreddando probabilmente, sarà un meccanismo di difesa, ma la mia stabilità e la mia autostima - ora più che mai - sono quasi invalicabili. Sto diventando fredda e calcolatrice, quando il mio vero io è caldo, altruista, gentile e molto impulsivo. Non so se per effetto di queste parti, quasi sicuramente è così, ma sta accadendo e non mi riconosco quasi più. Mi alzo la mattina e ho comunque una ragione con cui sorridere, perché sto raccogliendo un frutto buonissimo e ogni mattina spero di mantenere una certa pazienza per coglierlo alla maturazione corretta. Mi guardo allo specchio e wow! Sorrido. Mi sta bene il mio sorriso addosso. Mi crea qualche rughetta sulle occhiaie, ma succede anche alla nonna ed è splendida quando lo fa.
Dopo la luce, strana e mai vista, del mio sorriso, mi focalizzo sugli occhi e tralascio tutti i difetti che posso avere in viso. Mi parlano e sprizzano quella vivacità che non può essere dominata, quell'irrequietezza interiore caratteristica, quel non accontentarsi mai, quella ricerca del giusto, del vero e del buono. Non sprizzano calcoli, "chi inculo oggi" o palle varie. Quando mi vedo allo specchio mi riconosco, cazzo, ora sono la persona che sognavo di essere! Ho sempre sognato di non farmi troppi problemi, di essere piuttosto sicura di me stessa, di essere sincera con me stessa, di vivere e cogliere tutto ciò che la vita mi offriva. Non sto più sopravvivendo, come facevo durante il periodo scolastico, ed è una cosa che adoro.
Non sto più recitando con me stessa! Non recito più alcuna parte dinnanzi ad uno specchio. Non mi mento più, rifletto sempre molto e per tutte le persone che conosco, con cui interagisco, non ho nulla da dire di cattivo. Solo cose sincere e buone. Non faccio più la parte dell'acida e della stronza, perché non mi riflette. In un clima molto salubre, mi sento di poter essere una buona persona. In un clima insalubre, come la provincia nella quale vivo, spesso tiro fuori il lato più brutto di me...che in realtà è tutto ciò che non vorrei essere. Detesto la parte brutta del mio carattere. La accetto - non posso fare altrimenti - ed è la parte che sto cercando di migliorare.
Sto cercando di essere me stessa e ora ci sto riuscendo. E sono fiera di me! And nothing else matters...

giovedì 13 giugno 2013

Chi sono? O meglio, chi dovrei essere?

Ho in mente una chiara immagine di me, che non corrisponde decisamente a ciò che vorrei essere. Un messaggio semplice, chiaro, subito colto. Il problema è che non ho mai avuto la possibilità di essere me stessa, lasciarmi andare, fare esperienze per aver vissuto per troppo tempo sotto una campana di cemento. Se mi guardo indietro e tolgo le cose positive (proprio poche), ammetto che in 17 anni non ho preso una scelta giusta. Avrei dovuto andare lì, fare quello, provare quell'altro, tentare fino alla fine con quest'altro ancora. Rimpianti, rimpianti, rimpianti. Delusioni, delusioni, delusioni.

Ammetto, allo stesso tempo, di essere una persona dalle grandi ambizioni e le delusioni arrivano puntuali come i nonnini in coda alle poste per ricevere la pensione a inizio mese. Però mi piace sognare in grande, provare a buttarmi fin troppo in alto per respirare ad ampi polmoni. E faccio sempre la grama fine di Icaro, pochi cazzi.

Sono sempre stata una persona troppo accomodante, però. Non sembra, perché ho una personalità forte, contraddittoria, quasi impossibile da distruggere. E invece. Sembro quella che è sempre in subbuglio, sempre sul piede di guerra, sempre pronta alla rivolta. Poi mi sgretolo come cartongesso e la parola "ribellione" me la dimentico per un po'. Ho tanto ottimismo ma dura quanto un gatto in tangenziale, tempo tre giorni ed è tutto finito. Figuriamoci se poi prendiamo in considerazione il discorso "essere se stessi", perché essendo troppo accomodante non ho mai quel libero arbitrio che hanno persone più forti di me e quella percezione di proprietà che gli altri.

Vedete? Mi confronto troppo con gli altri, mi faccio troppe domande e mi do troppe risposte. Ma filosofa non è un aggettivo che mi si addice, non vogliatemi male.

Fatto sta che non ho mai potuto essere un fiore che sboccia, uno human flourishing, anche se il suddetto termine è un po' grosso per definire una semplice maturazione adolescenziale. Eudaimonia se proprio dobbiamo essere corretti, ma tant'è.
Sto semplicemente cercando l'equilibrio che può instaurarsi tra il mio modo di essere attuale e il mio modo di essere del sogno e del desiderio. E' difficilissimo, perché quel mio modo di essere del sogno (quasi utopico, se vogliamo autocommiserarci) è quel modo di essere che dovrei attuare giorno per giorno e che faccio fatica a portare avanti. Danza classica (lezioni private) troppo costosa ne è un chiaro esempio.

Ho capito di essere uno zimbello di mia madre, di non avere il coraggio di ribellarmi, di non avere le palle. Bene, non oggi. Anzi, non più da oggi. Ero satura di continuare a vivere rinchiusa in una campana di vetro, viziata per comodità di mia madre, asociale e apatica. Io non sono così! Io sono un animale sociale, sempre alla ricerca di cose nuove, sempre in movimento, sempre in viaggio (se non fisicamente, mentalmente), sempre alla ricerca del meglio. Molto spesso sbaglio a trovare il mio meglio, ma sinceramente è tutta esperienza che entra. Sono stufa di rimanere chiusa dentro una camera 4x4 e fare finta che sia tutta colorata e bella quando è triste e vuota. Sono stufa di rimanere in casa, sapendo che fuori c'è gente, ci sono emozioni, c'è esperienza, c'è VITA.

Ho voglia di vivere e scusatemi se è poco! (e meno male che mancano solo 8 mesi ai 18 anni!)

mercoledì 15 maggio 2013

Il lento metabolismo del cuore.

Se c'è una cosa in cui sono lenta (come giustamente succede), bene: questa è metabolizzare il dolore per trasformarlo in maturità. Ciclo di Krebs, spostati un attimo, qui si parla di cose serie. A diversi anni/mesi di distanza ho capito un paio di cose, che ora enuncerò in ordine deliziosamente sparso.

  1. Grazie a voi che, parlandomi dietro, avete reso la mia emotività straccio pubblico, ma che mi avete fatto crescere.
  2. Grazie a te, che ho incontrato in prima superiore, quando ero una dolce pischelletta. Soprattutto tu mi hai fatto crescere, mi hai fatto metabolizzare un dolore grosso: quello di non essere piaciuti obbligatoriamente dall'altra persona. Ammetto che è stato un percorso duro, parecchie volte sono ricaduta, come inerme zimbello dei miei sentimenti. Mi sono rialzata, però, più forte e convinta di prima che, nonostante non mi hai dato grandi soddisfazioni, mi hai fatto maturare un sacco. 
  3. Ti ringrazio, ex fidanzato, per tutto ciò che mi hai dato. Per tutto il tempo che hai speso dietro di me, per tutto ciò che hai fatto per me. Non porto rancore per avermi rifiutato quando, in lacrime, sono tornata da te, convinta di aver fatto la più grande cazzata della mia storia personale. Me lo aspettavo, tutto sommato. Una cosa in cui voglio lodarti è stata la trasparenza e il coraggio di dirmi sempre in faccia ciò che pensavi. Se c'è un sentimento che provo tutt'ora nei tuoi confronti, questo è l'affetto. Non scherzo, provo per te lo stesso bene che provo per i miei amici più cari e intimi. Avessi la possibilità di farlo, giuro che ti abbraccerei. Un po' perché mi manca, un po' perché è ciò di cui ho bisogno in questo periodo, un po' perché non me li sono goduti abbastanza, quegli abbracci.
    D'altro canto, avessi tu la fortuna di trovare un'altra ragazza a cui puoi donare tutto l'affetto e l'amore che mi hai dato (malgrado l'effimera durata), ti auguro tutto il bene possibile. Ti auguro che lei possa darti ciò che non sono riuscita a darti io, che possa darti più soddisfazioni di me (nel conoscere e ammirare profondamente un artista o un film e non certamente entrarci a contatto per la prima volta quando glielo nomini, come succedeva data la mia proverbiale ignoranza), che possa infine godere di ogni attimo che ha a disposizione con te. E non rimpiangerlo come faccio io, ora. Anche qui non proverei alcun tipo di rancore nei tuoi confronti, dal momento che probabilmente lo stai facendo con maturità e non con astuzia, come fanno in molti. Mi hai fatto crescere, mi hai portato via da una situazione spiacevole, mi hai fatto conoscere nuova gente e fatto entrare a contatto con mondi veramente affascinanti. E se pensi che io, con questo, voglia tornare insieme a te...ti sbaglieresti! Rivivere quei momenti trascorsi insieme mi riempirebbe davvero il cuore, ma è ora di provarne di nuovi, divisi e sempre più belli. 
  4. Grazie a te, ragazzo di affascinante presenza e movimento, per riempire le mie giornate di ricerche (spesso inconcludenti), per farmi sognare, per far maturare il mio desiderio di sentimenti e per farmi sentire viva. Grazie, grazie, grazie! 
Ora che ho concluso, consiglio a questo post alle emotive e sentimentali come la sottoscritta (che sicuramente scoppieranno a piangere) e sconsiglio questo post ai diabetici, agli acidi, agli acerbi e ai pettegoli.